FuoriArea.net

Foto di Francesco Mazzanti

Sport sociale Francesco Mazzanti Venerdì 24 gennaio 2020

Oltre l’agonismo, lo sport nella giunta Bonaccini

Promozione dello sport, difesa dell’ambiente, grandi eventi e turismo. Prima delle elezioni, un bilancio sulle politiche sportive della giunta Bonaccini.

«In questo mandato la Regione ha ascoltato le nostre sensibilità che, come associazione, abbiamo recuperato dai territori». La «collaborazione proficua» tra viale Aldo Moro e Uisp Emilia-Romagna, come dimostrano le parole di Mauro Rozzi, presidente dell’associazione dello sportpertutti in regione, si ritrova nella condivisione di uno sfondo etico e nei progetti. La legge 8/2017 e il Piano triennale regionale dello sport 2018-2020 provano a mettere al centro delle politiche una questione: non solo agonismo e risultati, l’attività sportiva è un diritto e la Regione si pone come attore principale per garantirlo.

«Sussiste ancora – si legge nel Piano – un certo livello di elitarismo nell’esercizio della pratica sportiva, un ostacolo al raggiungimento della piena accessibilità». Nonostante l’Emilia-Romagna sia la quarta Regione in Italia per la pratica sportiva (il 41,9% degli abitanti fa sport in modo continuativo e occasionale, secondo i dati Istat del 2016), restano alcune «aree di criticità» da risolvere. Il divario tra uomini e donne che praticano sport è lo stesso delle altre regioni d’Italia (una differenza che si aggira attorno al 10%), così come lo squilibrio tra centri urbani e piccoli comuni, dove la pratica sportiva è ridotta.


Dal 2018 al 2020 vengono stanziati fondi regionali: si vuole limitare l’impatto ambientale degli eventi, favorire l’integrazione sociale attraverso lo sport, contrastare il doping, lavorare con i più giovani attraverso i progetti con le scuole, ridurre la sedentarietà, coinvolgere più donne nella pratica e creare le condizioni di accesso anche alla popolazione disabile. Sono inoltre finanziati alcuni interventi di ristrutturazione dell’impiantistica regionale: nonostante ci sia un buon indice di dotazione (il numero di strutture sportive ogni 1.000 abitanti è di 2,74 in Emilia-Romagna), il 51% degli impianti è infatti stato realizzato tra il 1970 e il 1999.

Foto di Francesco Mazzanti

L’ambiente conta

Nel 2018 la Uisp Emilia-Romagna dà vita a “Primo è l’ambiente”: un concorso patrocinato dalla Regione rivolto alle associazioni, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale degli eventi sportivi. Il Krash Trail, organizzato dalla Leopodistica di Faenza, è tra i tredici progetti vincitori del concorso: una gara con partenza da Brisighella, borgo storico in provincia di Ravenna, e arrivo all’interno del parco della Vena del Gesso romagnola. «Noi del trail running siamo i primi a voler tenere pulito il territorio – afferma Marco Guriolo, organizzatore dell’evento – in questo caso abbiamo eliminato la plastica lungo il percorso e creato dei premi ecosostenibili, come le medaglie in canapa. Anche la maglia dell’evento era in materiale riciclato e biodegradabile». Per Manuela Claysset, responsabile delle politiche di genere e diritti Uisp Emilia-Romagna, le linee guida su sport e ambiente della Regione sono condivise dall’associazione. «Inoltre, le nostre attività sportive sull’Appennino – commenta Claysset – sono importanti per la valorizzazione dei territori. Fanno conoscere i luoghi vicini a casa stimolando un turismo più sostenibile».


Il turismo degli eventi

Dal 2015, in Emilia-Romagna, si svolgono molti grandi eventi e, parallelamente, aumenta l’impegno economico della Regione per sostenerli. Nel 2019 la Regione ha deciso di finanziarne 19, per una spesa totale di 4,4 milioni di euro. «Tutti gli eventi – dichiara il presidente regionale Stefano Bonaccini – con l’indotto che sono in grado di generare, sono il tipico esempio del connubio prezioso tra sport e turismo». È d’accordo con questa idea Milena Bettocchi, presidente di Happy Trail e organizzatrice dell’evento Happy Trail Mtb, che ha ricevuto 22.500 euro dalla Regione. «È stata una gara a tappe, dal 20 al 27 luglio 2019, sull’Appennino emiliano-romagnolo – dice Bettocchi – una sorta di piccolo giro d’Italia in mountain bike, con partenza da Bologna. I territori attraversati hanno avuto grande visibilità: l’evento è stato raccontato in riviste di settore olandesi, statunitensi e sudafricane. La finalità di questi eventi deve essere più ampia».

Anche la Uisp, secondo Claysset, dovrebbe porsi come soggetto protagonista durante i grandi eventi sportivi che coinvolgono la Regione. «Per esempio, accanto al grande evento possiamo promuovere attività dai ritmi più lenti che valorizzino gli aspetti culturali». Guriolo, della Leopodistica Faenza, crede invece che siano soprattutto le piccole attività a dare valore al territorio e a stimolare un turismo sostenibile e rispettoso dei luoghi. «I grandi eventi portano molta gente, ma forse non fanno conoscere le zone dove si va. Bisogna andare oltre e riuscire a creare un turismo di ritorno».

Foto di Francesco Mazzanti

Disabilità, la strada è ancora lunga

Tra gli eventi a rilevanza sovraregionale che hanno vinto il bando si trova anche “Sport inclusivo: #UgualmenteDiversiPerchéUnici”. Organizzato dall’Asd Sportinmente di Cattolica, in provincia di Rimini, l’evento, primo nella graduatoria regionale del 2019, ha ricevuto 29.500 euro per l’organizzazione: dal primo all’8 dicembre l’associazione ha coinvolto più di 1.000 persone con l’obiettivo di creare un movimento nazionale per lo sport inclusivo. «Noi attraverso l’attività vogliamo integrare e creare comunità – dice convinto il presidente di Sportinmente, Ruggero Russo – e in questi sette giorni abbiamo coinvolto anziani, disabili e bambini, organizzando incontri di sitting volley, simply soccer, roundnet, ma anche capoeira e hip hop». Per Russo bisognerebbe dare più importanza al valore sociale di un evento, rispetto alla sua capacità di attrarre turismo.

A Cesena, invece, la squadra di sitting volley locale, attiva dal 2014, ha detto di non aver ricevuto nessun aiuto da parte della Regione. «Il Comune di Cesena ci dà la possibilità di allenarci gratuitamente – sostiene Monica Tartaglione, dirigente della squadra e responsabile regionale Fipav (Federazione italiana pallavolo) per il sitting volley – e grazie a un crowdfunding siamo riusciti ad avere un pulmino per gli spostamenti». Una delle principali difficoltà che affrontano le società è sicuramente il reclutamento: non è sempre facile uscire dall’isolamento e, secondo Tartaglioni, bisognerebbe creare «un elenco a livello sanitario dove poter trovare le persone. In teoria il ruolo spetterebbe al Cip (Comitato italiano paralimpico) provinciale e regionale, ma questo non avviene mai per mancanza di comunicazione». Oramai sport e disabilità non sono mondi così distanti e la pratica sta aumentando sempre di più, in Emilia-Romagna come in Italia, ma rimangono ancora dei nodi importanti da risolvere, soprattutto per quanto riguarda l’accessibilità agli impianti. Secondo “Sport plan”, il rapporto diffuso dal Coni regionale nel 2018, i due terzi delle strutture sportive in Emilia-Romagna non riescono ad accogliere gli atleti con disabilità e i tre quarti degli spazi non consentono l’accesso al pubblico disabile.

Foto di Francesco Mazzanti

Investire nell’impiantistica

Oltre alla difficoltà di accesso per atleti e pubblico disabile, la Regione deve risolvere un altro problema dell’immenso patrimonio impiantistico (più di 12.000 spazi dove praticare sport): l’anzianità delle strutture. Nel biennio 2015/2016 vengono finanziati interventi (5.000.000 di euro in tutto) su alcuni impianti di rilevanza regionale e sulle strutture sportive colpite dal terremoto. Nel 2017 viene invece pubblicato il bando per migliorare sicurezza e accessibilità degli impianti regionali, finanziato dai 20.000.000 di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 (Fsc): entro la fine dell’anno i 168 progetti ammessi dovranno avviare gli interventi previsti.

Negli ultimi cinque anni, secondo Bonaccini «era necessario dare un segnale di forte attenzione politica allo sport regionale per affrontare le tante problematiche di questo settore in modo organico». Una strategia che viene riconosciuta positivamente anche dalle altre forze politiche. Nonostante il lavoro ancora da completare.

Foto di Francesco Mazzanti

 

emilia-romagna elezioni regionali sport politica sportiva

Francesco Mazzanti
Dopo la laurea internazionale in Culture letterarie europee studia al Master di Giornalismo dell’Università di Bologna. Nel 2018, insieme a Enrico Mariani, ha pubblicato per Pequod il libro Sulla schiena del drago, reportage in Vespa dalle terre del centro Italia colpite dal terremoto del 2016. Nella rete delle polisportive popolari, opera nel settore dell’accoglienza dei migranti, in particolare come allenatore di calcio.




ALTRO DA Sport sociale